Brulica…Brulica tutto attorno a me;
le auto, la gente con le facce illuminate dagli smartphone, il tempo; anche lui sembra brulicare senza una linearità’ apparente.Non distinguo bene quello che accade, tutta questa agitazione mi confonde; tutto sembra banale ed indistinguibile, tutto sembra scorrere tanto per scorrere, devo scappare.
Via, corri via…..mentre l’indistinguibile si allontana il rumore si attenua e diventa eco, ma io continuo finche non sento più’ neanche quello. Mi fermo, sono nel posto dove arriva solo la capra di montagna, la ghiandaia e la poiana; mi fermo e chiudo gli occhi per dare di nuovo forma al mondo……e tutto torna ai sensi come allora….
Vedo le cime Himalayane dal finestrino del piccolo bimotore e sento il cuore arrivarmi in gola….
Sento il vento freddo di Montagna,
Sento la tensione di un avventura dura e ignota,
Sento l’energia che mi fluisce nel petto,
Mi sento dondolare senza peso sugli alti ponti tibetani,
Vedo i colori blu e verde di Namche Bazar e il suo odore di sterco e fumo,
Sento mancarmi il fiato in salita,
Vedo il mare di stelle che mi sovrasta,
Vedo l’alba sulle cime a 7000 metri mentre nella valle c’e ancora il buio,
Vedo la luna, più’ vicina che mai,
Vedo la maestosità’ dei giochi di luci sulle pareti di ghiaccio,
Vedo i colori sgargianti dei monasteri buddisti,
Sento l’odore di ginepro sui pendii,
E’ qualcosa di sublime essere in mezzo a questa Natura estrema, ed il sublime che fluidifica i pensieri e li fionda dritti nella corteccia celebrale, li rende forti e cristallini; quassù tutto appare in perfetto equilibrio, come il ghiaccio sui pendii verticali.
Guardo l’Everest sfidare il cielo, e rimango a guardarlo per ore; sotto il sole di mezzogiorno, sotto un tappeto di stelle interminabile ….sofferente, paralizzato dal gelo,ma estremamente felice e grato; contrasto, equilibrio.
Le masse d’aria vengono sollevate dai giganti di granito, diventano nubi e poi svaniscono;
il ghiaccio vivo si muove, scricchiola e torna quieto;
la pietra si stacca; rotola e trova un nuovo posto;
la valanga e la tempesta scaricano furia inaudita, ma anche loro alla fine si placano e tutto torna in armonia.
Contrasto, equilibrio.
Apro gli occhi e torno al presente, in pace; il forte disagio provato in città è adesso compensato dal senso di profonda quiete, ora con lucidità ringrazio quel brulicare furioso che mi ha fatto “scappare” e rivivere attraverso le cime Nepalesi la sensazione di bilanciamento che regola l’Universo.
Nulla è un male perché a tutto c’e un motivo; se si presenta il “male” dobbiamo con pazienza cercare il bene che si nasconde dietro di esso.
Dedicato ad un grande amico di avventure.
Un viaggio indimenticabile immagino..bravi ragazzi!!! 💪🏼💪🏼😀😀