La Radio canta, la macchina parte dal semaforo sbuffando gas dallo scarico…
innervosito cerco di superare la colonna di auto creata da un “fenomeno” alla guida mentre parla al cellulare; qualcuno da dietro suona il ed nervosismo sale…
trilla anche il mio cellulare sul sedile, poi risponderò, il navigatore satellitare dice la sua…che caos!! Guido, mi estraneo e cerco solo di pensare a quello che mi aspetterà.
Fermo l’auto, tiro il freno a mano e giro la chiave; istantaneamente l’universo elettrico presente nell’abitacolo si placa. Spengo il cellulare e deglutisco l’ultimo pezzo del panino uscendo dalla macchina, fuori, con il primo respiro l’aria pura e naturale prende posto di quella “condizionata” presente fino a quel momento nei polmoni; davanti a me ho l’universo verde del Parco dei cento laghi.
Mi aspettano due giorni di riscoperte e privazioni, 48 ore senza niente
Senza compagnia, senza Gps, senza mappe, senza orologio, senza telefono, senza musica, senza notizie, senza comfort; senza tutti gli strumenti ai quali siamo disperatamente attaccati e dipendenti, due giorni in montagna solo e senza cibo per depurarmi dalla modernità, per riscoprire la magnificenza travolgente della Natura, per assaporare il gusto del tempo non scandito, per fare riemergere lati nascosti della mia persona messa nelle condizioni più semplici possibili.
Cosa sono le tue mani nude davanti alla roccia?
Cosa sei uomo davanti alla forza dell’aria di montagna?
Cosa sei uomo in mezzo alla solitudine dei grandi spazi aperti?
Cosa sei davanti alla fame e all’incapacità di procurarti cibo?
Rimanete sintonizzati.