Il Tempo.
Testa bassa, sorpasso in salita persone affaticate e infagottate in spessi piumini, accenno un saluto mentre mi concentro di non pensare; gli esseri in Natura non pensano, ma attivano solo i sensori vivendo il presente, studiano intensamente quello che c’e attorno a loro, un animale basa tutto il suo tempo in un secondo; nel secondo in cui mette la zampa a terra e odora l’aria, aguzza l’udito, guarda lontano, anche il mio tempo si modula e in un secondo mi trovo al Lago Santo.
Preoccupazione.
In alto sul versante Nord vedo ancora grandi macchie di neve , il tempo non è il massimo e tutto cio’ e’ una condizione non prevista. Con me non ho le racchette da neve e mi chiedo se il mio equipaggiamento reggerà possibili condizioni meteo estreme.
Penso a quello che potrei avere e non ho,tipico comportamento da disadattato contemporaneo, torno a pensare a dove e sono e al mio obiettivo quando all’improvviso un vento turbinoso spazza via le nuvole dalla valle e come fosse un sipario aperto mi mostra il paesaggio.
Scrivere e riposarsi sotto un sole improvvisamente caldissimo, su un prato cosparso di fiori viola al riparo dal vento forte che soffia da Nord, è una culla per me.
Paura
Sono sulla cresta e dalla Lunigiana vedo grandi masse d’aria che avanzano verso di me. In poco le nuvole si scontrano con il ripido pendio poche centinaia di metri sotto la mia posizione e carambolano in verticale velocemente.E’ la genesi di un temporale, rimango totalmente affascinato a guardare la colonna d’aria che si rimescola, si scurisce, brontola ed in poco scarica la sua furia.
Flash seguito dal tuono, talmente forte da fare male alle orecchie; sento quel ruggito vibrare nello stomaco e sotto i piedi mi allerto e cerco di scappare nella direzione opposta; qualche passo un altro flash un altro boato, mi butto a terra perché’ non posso scappare, posso solo subire, ho paura.
Piove, piove a dirotto e l’acqua crea un rumore costante ed ipnotico sul cappuccio del goretex, continuo a camminare continuo a salire e scendere cime; è come se il mondo fosse grande solo quello che vedo nei 5 o 6 metri davanti a me….erba, sassi semplicità assoluta , ma che in quel momento rappresentano tutto quello che di concreto posso vedere, e’ quel piccolo pezzo di terreno visibile dove poggiano i miei piedi, rappresenta il fondamentale sostegno quando ai lati c’e il baratro…..e allora pongo attenzione e quel piccolo spazio fatto di essenziale bellissima semplicità’ cogliendo a pieno la metafora che rappresenta.
Il tramonto si avvicina, la capanna è in vista ai lati della faggeta; accelero il passo in quanto la vedo come un lusso dopo una giornata di cammino, acqua e freddo.
Entro ed accendo il fuoco nella vecchia stufa di ghisa, una volta scacciato l’umido dalle ossa scopro che non ho fame, non ho sete…..equilibrio.
Notte fonda, sono piombato in un sonno profondo qualche ora prima, ma adesso che la stufa si è spenta il freddo mi ha svegliato. Mi libero dal sacco a pelo e decido di uscire per prendere altra legna da sotto la tettoia, apro la piccola porta illuminata dalla luce proveniente dalla mia torcia frontale ed esco. All’esterno vengo improvvisamente assalito dalla consapevolezza di dove mi trovo…la sonnolenza è scomparsa e in questa notte senza luna tutto attorno è più buio del buio ma contestualmente vivo; sento lo scrosciare dei fossi, gli alberi oscillare e torcersi, centinaia di rumori indefinibili. Sono in mezzo al nulla lontanissimo da tutti avvolto a 360 gradi dalla Natura, che nella sua maestosità infinita mi fa sentire niente, mi fa sentire perso e mi fa sentire a pieno tutto il distacco con la vita di tutti i giorni ……rimango molti minuti a godermi questa inusuale bellissima sensazione.
E’ mattino, la luce filtra dalla finestra e apro gli occhi guardando la piccola stanza che profuma di faggio bruciato, fuori piove forte e so’ già’ che sarà una giornata difficile. Rovisto dentro le ante del vecchio mobile da cucina e trovo una moka, mi faccio un regalo preparandomi un caffè’,amaro e probabilmente schifoso, ma in quel momento assume un valore tutto suo.
Mi preparo, scatto qualche foto ricordo e parto, il mio piano prevedere di percorrere ancora un’po di crinale verso sud-ovest fino al Monte Sillara. Entro nella faggeta camminando nella neve bagnata, affondando ad ogni passo e attorno ai 1800 metri di quota inizia anche a nevicare; nel nebbione mi perdo un paio di volte, il vento e la neve cancellano le mie tracce e le tracceoltre a coprire il sentiero, percepisco il rischio anche se mantengo la concentrazione.
Prendo la decisone di tornare verso la macchina rinunciando alla seconda notte fuori, non ci sono le condizioni per rimanere.
Impieghero’ tutta la giornata per ritrovare e seguire il sentiero che avevo percorso il giorno prima, raggiungo l’auto quasi al tramonto, in delle condizioni apparentemente poco umane, ma in perfetto equilibrio interiore, i disagi e le intemperie sembrano non avermi neanche sfiorato.
Quel giorno non sono riuscito a scattare neanche una foto, la pioggia, la scarsa visibilità e le mani gelate me lo hanno impedito, ma riporto qualche scatto del giorno prima.
La consapevolezza
Sono consapevole di quanto la potenza dell’uomo e’ nulla in confronto a quella della Natura
Sono consapevole che il nostro corpo e la rappresentazione delle nostre fragilità
Sono consapevole che la fame e’ spesso creata da un frigorifero pieno piuttosto che una reale necessita’
Sono consapevole che il freddo blocca le mani, ma non lo spirito
Sono consapevole che il silenzio affina la sensibilità dell’anima
Sono consapevole di cosa significa stare solo con me stesso, lontano da tutto, da ogni persona, da ogni pensiero e desiderio, completamente solo, non chiuso in nessuna visione o fantasia, ma lontano da tutto, tanto che non vi e’ nulla di identificabile,nulla che possa “toccare” pensiero o sentimento, non c’e filtro tra il mondo e l’anima, tra l’esterno e l’interno….il mondo ti entra dentro e l’anima esce fuori in perfetto equilibrio e la vita diventa pura meditazione, pura consapevolezza.
Tanta roba! Sono ufficialmente preoccupato per la tua salute mentale ma al tempo stesso affascinato dalle tue righe. Le sento (inaspettatamente) molto vicine. :-)) Piero
Numero Uno !!!!!
Quello che hai scritto e’ verissimo…la consapevolezza…Grande !!!
VAI Ricky attraverso le tue parole e le tue foto ci riporti alla realtà degli elementi che ci circondano! Grazie!
Grazie molte dei commenti!! Ci metto molto cuore in quello che scrivo e fotografo!!